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Chi è l'amministrativista e di cosa si occupa

APPROFONDIMENTI
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L'avvocato amministrativista. Per i non addetti al settore, gli avvocati si dividono in “civilisti” e “penalisti”. Si tratta di una semplificazione errata, per due motivi. La definizione di civilista è di per sé troppo generica, visto che accomuna professionisti disparati (tra i civilisti vi sono avvocati che si occupano di diritto bancario, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto di famiglia ecc. ecc.). Inoltre esistono altri avvocati, come i tributaristi e gli amministrativisti, che sfuggono alla dicotomia civilisti/penalisti.

Chi è l’amministrativista? Una possibile definizione è la seguente: l’amministrativista è l’avvocato che svolge prevalentemente la professione dinnanzi al Giudice Amministrativo (Tar e Consiglio di Stato). A sua volta, il Giudice Amministrativo è il giudice competente a risolvere le controversie di diritto amministrativo. Pertanto, per spiegare di cosa si occupa l'avvocato amministrativista, bisogna spiegare cosa è il diritto amministrativo.

 

IL DIRITTO AMMINISTRATIVO

Il diritto amministrativo è il diritto della Pubblica Amministrazione? Non esattamente. Se è vero che tutte le controversie di diritto amministrativo riguardano la Pubblica Amministrazione, non sempre è vero il contrario. Vi sono cioè controversie che coinvolgono la Pubblica Amministrazione ma che tuttavia sono regolate da altri rami del diritto.

Una possibile definizione è quindi la seguente: il diritto amministrativo è quella branca del diritto che regola i rapporti tra cittadino e Pubblica Amministrazione, quando la Pubblica Amministrazione agisce attraverso atti di natura autoritativa (atti che presuppongono la supremazia dell’amministrazione nei confronti del privato), salvo che la controversia non sia riservata alla giurisdizione del Giudice Ordinario (Giudice di Pace, Tribunale, Corte d’Appello ecc. ecc.), delle Commissioni Tributarie, della Corte dei Conti o comunque di un giudice diverso da quello amministrativo.

Approfondiamo la nozione di atto di natura autoritativa e le eccezioni al sistema che attribuisce questi atti alla giurisdizione del Giudice Amministrativo.

 

ATTO DI NATURA AUTORITATIVA

Se un Comune indice una concorso pubblico, quel concorso sarà regolato dal diritto amministrativo e la competenza sarà del Giudice Amministrativo, perché il Comune agisce con un atto di natura autoritativa, cioè con "potere di imperio", esercitando un potere di supremazia che gli consente di prendere delle decisioni anche contro la volontà del cittadino. L'espropriazione è un tipico caso di potere d’imperio. Il diritto amministrativo ha quindi lo scopo di assicurare che gli atti autoritativi vengano attuati nel rispetto della legge, la quale indica le modalità di esercizio del potere.

Ma non sempre la Pubblica Amministrazione agisce con una posizione di supremazia. In alcuni casi agisce secondo le regole del diritto privato, ossia si pone sullo stesso piano del cittadino. Questo vale, per esempio, in materia di risarcimento del danno derivante da responsabilità civile. Ecco un esempio. Se il dipendente dello scuolabus comunale ferisce un pedone, la domanda risarcitoria dovrà essere proposta dinanzi al Giudice Ordinario (non al Giudice Amministrativo), perché il caso dovrà essere affrontato secondo le regole del diritto civile (art. 2043 c.c.).

 

ECCEZIONI AL SISTEMA

Vi sono altri casi - abbastanza frequenti - in cui per motivi di opportunità o per ragioni storiche il legislatore ha deciso di riservare un certo tipo di controversie relative al potere di imperio a un giudice differente da quello amministrativo. Ecco alcuni esempi. Le sanzioni amministrative per violazione del Codice della Strada spettano al Giudice di Pace. Le controversie in materia di lavoro pubblico (differenti dalla fase concorsuale) spettano al Giudice del Lavoro. Le causa relative a imposte e tributi spettano alle Commissioni Tributarie. Le cause in materia di pensioni, spettano alla Corte dei conti o al Giudice del Lavoro.

Non sempre è facile stabilire se una controversia spetta al Giudice Amministrativo. Esistono casi borderline. Per determinare a quale giudice cui rivolgersi, in questi casi occorre consultare la giurisprudenza del Consiglio di Stato e della Cassazione.

 

COME TROVARE UN AMMINISTRATIVISTA

A livello pratico, è amministrativista chi si dedica prevalentemente di diritto amministrativo. Tuttavia al momento non esiste alcun organo in grado di attribuire questo titolo, in quanto manca un elenco ufficiale di avvocati amministrativisti.

Alcuni anni fa il Governo ha provato a introdurre le specializzazioni forensi, con il d.m. del Ministero della Giustizia n. 144/15, che prevedeva la possibilità di fregiarsi del titolo di “specialista” dimostrando di aver frequentato determinati corsi o patrocinato un certo numero di cause. Tra le varie specializzazioni vi era quella di “amministrativista”. Il provvedimento è stato però annullato dal Consiglio di Stato, in quanto il meccanismo di ripartizioni delle specializzazioni appariva poco chiaro (sentenza n. 5575/17). In questi giorni è allo studio un nuovo d.m. che dovrebbe risolvere la situazione.

Sul web esistono elenchi di avvocati amministrativisti, ma si tratta spesso di vetrine di dubbia attendibilità, perché gestite da società private, slegate dalle organizzazioni professionali, in cui chiunque può iscriversi.

Il metodo migliore per trovare un amministrativista è quello di rivolgersi al proprio avvocato di fiducia (anche se non amministrativista) e chiedergli di individuare un collega amministrativista.

E internet? Va usato con cautela. La sentenze amministrative vengono spesso riportate dai mezzi di informazioni e dai siti web, ma non sempre vengono contestualizzate. Per esempio, non sempre una sentenza, se di mero annullamento, si traduce nell'ottenimento del risultato sperato dal ricorrente. Un avvocato amministrativista, attraverso le banche dati giuridiche e la sua conoscenza del diritto amministrativo, è in grado di “valutare” l’importanza di un precedente contestualizzarlo, senza farsi prenedere da facili entusiasmi.

Il cliente non ha questa possibilità.

Questa è la ragione per cui, prima di decidere se ricorrere, il cliente dovrebbe consultare il professionista a cui intende affidare il mandato e considerare con lui questi quattro aspetti fondamentali:

1) possibilità di accoglimento del ricorso

2) conseguenze in caso di “riedizione del potere” (possibilità che, malgrado l’accoglimento del ricorso, la P.A. emetta un nuovo diniego, basato su nuovi motivi ostativi, costringendo il ricorrente alla proposizione di un nuovo ricorso, situazione frequente quando il giudice ordina alla P.A. di effettuare un "riesame" degli atti impugnati o nelle ipotesi di "silenzio" amministrativo)

3) tempi

4) costi

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